Ringraziamo tutti gli artisti che hanno risposto ai bandi nazionali e internazionali legati alla mostra S.U.N. e alla realizzazione di un’opera di Land Art in residenza Nellimya Arthouse da collocarsi nel sentiero ALA vitART Parcours 2.
Sunshine in Art for New Creative Horizons
Nellimya Arthouse presenta S.U.N — Source Universal Nourishment, una collettiva dedicata al Sole come archetipo universale di energia, vita e ispirazione.
Dalla land art alla light art, fino alle videoinstallazioni e ai media digitali, il progetto intreccia arte, scienza e spiritualità, invitando a ripensare la radianza solare tra sostenibilità, energie rinnovabili e consapevolezza climatica.
Artisti: Leonilde Carabba, Chiara Fiorini, Mina Gechi, Giovanna Galimberti, Mya Lurgo, Nicole Moll, Veronica Rastelli, Kilian Schoenenberger. Le opere di Land Art saranno realizzate in Residenza durante il periodo espositivo.
Il programma comprende workshop, visite guidate indoor & outdoor e momenti conviviali come Canvas to Table con artisti, collezionisti e professionisti. Un catalogo bilingue (IT/EN), riservato agli iscritti alla newsletter, renderà le opere visibili e acquistabili anche online.
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Opening 7 settembre 2025 dalle ore 16.00
Performance Human Sun a cura di Giovanna Galimberti ore 16.30
Vi aspettiamo in Via Ur Stradon 11 CH-6994 Aranno
Parcheggio: nelle aree delimitate nella strada
(Salvatore Quasimodo)
Nuda
È un’installazione dove le mancanze lasciano spazio alla luce di penetrare nei vuoti delle trame tessute, all’interno delle lamine scheletrite delle foglie consumate, fragilissime e pronte a cadere, eppure mai così vicine alla rinascita.
Nell’audio in sottofondo la voce dell’artista recita il testo della lirica che accompagna l’installazione e altre poesie tratte dalla raccolta Eccentrica.
Lux
Nell’opera un flusso luminoso e dorato sgorga dall’anfratto oscuro di una radice sommersa e sospinta dalle correnti marine.
Un implacabile slancio dell’essenza vitale per troppo tempo trattenuta.
Mina Gechi Recovery fashion (particolare), 2024
lana ramo di ulivo carbone foglie e materiali naturali
Le opere di Mya Lurgo raccontano visioni inusuali di luci ed energie oltre il filtro della materia.
Il suo rapporto con la vita è un approccio sensibile e dedito a intravedere l’essenza che anima e vivifica le forme. I suoi studi ricercano informazioni su tempi complessi, ma intimi ad ognuno di noi: i Raggi Cosmici, il Sole Nero, la Donna vestita di sole, con la luna sotto i suoi piedi e sul suo capo una corona di dodici stelle… Mya è un’artista poliedrica, più attenta alla sostanza che non alla forma.
Questa sostanza va intuita, intravista, respirata e compresa alla luce di una più vasta consapevolezza.
Glimpse the Infinity
È un video che invita l’osservatore a un radicale cambio di prospettiva, essenziale per svelare “l’inFormAzione” che plasma la forma, soprattutto corporea nella quale siamo tutti identificati. HOME è un’installazione di land art, composta da rami e nidi, ma anche un suono, l’OM, scelto quale richiamo primordiale verso Casa: la Vita a cui apparteniamo.
The Source
È un tronco di legno che custodisce un simbolo vivificante, la cui incisione modella la qualità e la conformazione dell’acqua che accoglie. Serie Acqua*Viva Imprinting.
Pachamama
È un’installazione dedicata all’energia della Grande Madre.
Mya Lurgo Pachamama, 2025
installazione, pannello di legno dipinto, tecnica mista e proiezione integrata di arte digitale
LeoNilde Carabba, nata a Monza il 28 novembre 1938 ed attualmente residente a Milano, ama definirsi “una pittrice ed una viaggiatrice che ama esplorare territori e varcare confini”. Nel 1961 LeoNilde tiene le sue prime mostre personali. Gli anni seguenti la vedono coinvolta sempre più profondamente nel mondo dell’arte, dove ha il sostegno e l’influenza formativa di artisti come: Lucio Fontana, Hsiao Chin, Roberto Crippa, Enrico Baj, Turcato, Tancredi, Jean Fautrier, Piero Manzoni, Christo ed, unica tra tanti uomini, Carla Accardi, la cui forte presenza nel campo dell’arte la rassicura sul suo diritto ad esserci. Nel 1966 comincia gli esperimenti sulla rifrazione della luce giungendo ad ottenere, mediante l’uso di microsfere di vetro, una superficie ad intensità luminosa variabile secondo l’angolo di visuale del fruitore senza bisogno di mezzi meccanici. Se precedentemente (1964) Lucio Fontana aveva presentato una sua mostra, nel 1969 espone assieme a lui e Bruno Munari a “Il Segno e l’Oggetto” alla Galleria Cadario a Caravate, mostra curata da Walter Schönenberger che vede fra gli altri artisti esposti Getulio Alviani, Agostino Bonalumi, Enrico Castellani, Mario Ceroli, Mario Schifano e molti altri. Nel 1975 è co-fondatrice della Libreria delle Donne di Milano per cui cura una cartella di serigrafie di 9 artiste: Carla Accardi, Valentina Berardinone, Tommaso Binga, Mirella Bentivoglio, LeoNilde Carabba. Dadamaino, Grazia Varisco, Amalia del Ponte e Nanda Vigo. Cartella presentata da Lea Vergine. Nel 1976 fonda con Carla Accardi, Nedda Guidi, Eva Menzio, Suzane Santoro, Silvia Truppi ed altre la Cooperativa Beato Angelico. Attualmente lavora sia in Italia che in Germania. Di Lei hanno detto: Pierre Restany: “Assumere questo tipo di linguaggio vuol dire essere pronta ad imparare nuove lezioni dalla vita, essere capace di una generosità totale nell’incontro con il proprio destino”. Rossana Bossaglia: “Alle spalle di una tanto raffinata sensibilità creativa, che si misura con il mistero dell’Universo, sta una cultura artistica intensa e variata… l’universo come regola e insieme come fluida metamorfosi.” Il motivo dell’Universo torna anche negli scritti di Cristina Muccioli: “I corpi cosiddetti celesti, appaiono e si svelano nell’oscurità della notte… Il suo desiderio è di avere il Cielo sulla Terra, di far convivere l’elemento ctonio con quello iperuranico, di portare le costellazioni vicino a noi con una bellezza di cui cercheremo mimesis nella natura. Anche noi, tutti noi, siamo fatti di stelle. Chiara Cinelli: “Essere artiste è un impegno dell’Anima – tale vocabolario simbolico… attraversa il tempo e lo spazio tracciando linee sotterranee di congiunzione fra quei codici universali dell’anima che appartengono a ciascun essere umano. La tecnica è complessa, alchimia ed esoterismo si incontrano in un mix tecnologicamente molto avanzato.” Il continuo indagare sulla Luce la porta a sperimentare con i colori fluorescenti e fosforescenti, le luci di wood, a volte anche i laser ed è proprio questa nuova dimensione, ricca di ombre e giochi di luce, che è in grado di trasportare l’osservatore in un mondo immaginario al cui cospetto è istintivo abbassare il tono della voce e lasciarsi catturare dal senso del Sacro. Dal novembre del 2015 fa parte del Gruppo Internazionale Black Light Paintings fondato da Fabio Agrifoglio, Presidente della Fondazione Mario Agrifoglio. Per chiudere possiamo citare Riccardo Barletta che già nel 1991 diceva: “Questi lavori, tematicamente, sono tutti incentrati sui simboli del profondo. Simboli che non hanno né tempo né luogo, dacché si trovano in ogni età e in tutte le culture. La montagna sacra, il labirinto, l’astro solare, lo ziggurat, la piramide, il mandala. Si tratta di un vocabolario in cui ogni parola diventa la Parola.” La base della sua filosofia è semplice: “La vita comincia ad ogni momento”.
Il lavoro di Chiara Fiorini si articola tra pittura, oggetti e installazioni, caratterizzato da un approccio poetico, ludico e narrativo. Nelle sue installazioni dialoga direttamente con i temi e il contesto dello spazio espositivo, mentre negli oggetti trasforma materiali semplici della vita quotidiana—o persino scarti—in opere d’arte preziose e cariche di significato attraverso un processo di metamorfosi quasi magica. Nei suoi dipinti riemergono memorie di installazioni precedenti, souvenir naturali e frammenti dell’ambiente circostante, spesso sospesi in uno spazio infinito e contemplativo.
La sua pratica materiale abbraccia tessuti, pietra, foglie, metallo ossidato, pigmenti, moquette sintetica e molto altro ancora, dove ogni elemento diventa portatore di memoria e suggestione poetica. Artista dalla natura avventurosa e sperimentale, Fiorini si immerge senza esitazioni in nuovi contesti e sfide creative, adattando fluidamente il proprio linguaggio artistico ai luoghi e alle situazioni specifiche. La sua immaginazione spazia tra pittura, installazione e video, traendo ispirazione dai sentieri alpini, dai boschi ticinesi e dalle rive del lago di Zurigo; dai centri urbani come Vienna e Sarajevo; da luoghi insoliti come una cartiera finlandese, la stiva di una nave ad Amburgo o le grotte di molassa nella campagna bernese. Operativa tra Ticino e Zurigo, vanta un percorso espositivo consolidato e internazionale, con progetti che testimoniano la sua straordinaria versatilità e la capacità di instaurare dialoghi autentici con pubblici diversi.
«Arte traghettatrice verso territori misteriosi: un canale che affina le facoltà e ci apre alla ricchezza del mondo interiore e alle forze che muovono quello esterno. Ci rende presenti, attivi, attori del nostro tempo. Fin da bambina ero un’entusiasta del movimento: correre, saltare, galoppare, nuotare — ogni gesto accendeva in me una gioia intensa.»
Giovanna Galimberti Casarin si diploma in Euritmia nel 1983. Si forma con personalità che contribuirono allo sviluppo originario della disciplina — negli anni di Monte Verità, tra le eredità di Rudolf Laban e della danzatrice sacra Charlotte Bara — studiando con Lea van der Pals, Dora Gutbrod, Ilona Schubert, Lili Reinitzer, Elena Zuccoli e Beppe Assenza. Insegna nelle scuole di lingua italiana, approfondendo l’euritmia pedagogica.
Dopo una postformazione in Olanda, lavora per due anni nel gruppo di scena del Goetheanum, partecipando a produzioni con trenta danzatori euritmici e orchestra. Realizza lo spettacolo in italiano Umano Sole e fonda la Compagnia d’arte per l’Euritmia, con la quale mette in scena Moti interni, Dioniso e Persefone, Jorinda e Joringel, Il coraggio e la paura, oltre a numerose performance per le scuole e collaborazioni con registi e artisti quali Alfredo Chiappori, Federico Tiezzi e Jerzy Grotowski.
Con la nascita del secondo figlio prosegue il lavoro con poeti, scultori, pittori e musicisti; produce Movimiento Movimiento (Messico), Sulle note di César Franck, Euromexico, Lichtprojekt (Germania, con Emilio Giossi e Heinz Rüdiger) e realizza performance su testi poetici di Emilio Giossi, Ivan Sirtori e altri.
Con IDRIART (Institute for the Development of Intercultural Relations through the Arts) e con il violinista Miha Pogačnik insegna ed esegue performance in Nepal, Tibet e Slovenia. Con la violinista Paulina Derbez (Messico/Canada) sviluppa una ricerca che approda a I.A.D. – Integral Artistic Development, metodo di insegnamento della musica e del movimento orientato allo sviluppo integrale della persona.
Con la nascita della terza figlia, dal 2002 avvia un’intensa attività formativa per docenti e allievi delle scuole pubbliche; insegna Musica e Movimento al Conservatorio di Lugano (oggi Conservatorio della Svizzera italiana) e consegue il Diploma in Euritmia Terapeutica.
La sua danza diventa via via più comunicativa e personale: la “strada del cuore” si afferma come esigenza irrinunciabile di crescita artistica.
Tra il 2004 e il 2006 realizza Eumamami, spettacolo a tre mani: la pianista Jasmine Croci compone le musiche durante la lavorazione; Masha Dimitri, riconosciuta in Svizzera come “artista del cuore”, dà un contributo alla regia. Crea una classe d’arte per ragazze e ragazzi tra i 10 e i 14 anni e partecipa alla rassegna dance and the Child International (daCi), che riunisce gruppi giovanili da tutta la Svizzera. Per il centenario di Elisar von Kupfer, all’Elisarion di Locarno, cura Guarda quello che senti, senti quello che vedi con musiche di César Franck e poesie di Elisar von Kupfer.
Nel 2004 consegue il Diploma in Euritmia Terapeutica. Crea due studi di pratica: uno in ambito medico e uno come terapeuta nella scuola primaria e secondaria. Ottiene il Diploma federale di terapeuta complementare e si specializza in ambito dentale e oculistico; è tuttora attiva in studio.
Dal 2008, insieme alla ginecologa Giusy Corrao, conduce percorsi di prevenzione e salute per donne e coppie.
Tra le performance successive: Sensibile è la chiara Luce (con Mya Lurgo e Nadia Radici), Iside Sofia (con Franco Casarin), Sulle Ali di Michele (con Franco Casarin e Raffaella Meroni).
Attualmente lavora alla messa in scena di una fiaba e sviluppa, tramite i movimenti dell’euritmia, le potenzialità di salute e di vigore dei vegetali in agricoltura.
MYA LURGO
Artista Visiva Multidisciplinare
Maria Grazia Lurgo, in arte Mya Lurgo,
è un’artista nata a Bordighera nel 1971 e attiva in Svizzera da oltre trent’anni. La sua pratica artistica spazia dalla pittura alla light art, dai media digitali alle performance, caratterizzandosi per una costante ricerca che coniuga materia e spiritualità. Ha sviluppato un percorso formativo interdisciplinare che unisce studi linguistici, medico-sportivi, yogici, filosofici e psicologici. Da questa sintesi è nato l’Acentrismo, la sua téchne originale orientata alla liberazione dai condizionamenti e alla trascendenza del visibile verso l’immateriale.
Autrice del volume “Acentrismo. Dal sogno dell’ego alla divina realtà” (Bellati Editore, 2007) e dell’eBook “Out of the Blue: L’immateriale di Yves Klein incontra l’acentrismo”, la sua ricerca teorica si intreccia profondamente con la pratica artistica.
Dal 1996 promuove progetti curatoriali e residenze d’artista, favorendo dialoghi innovativi tra arte, tecnologia e coscienza attraverso reti internazionali.
La sua ricerca attuale si concentra sull’Arte dello Spirito, un approccio che armonizza tutti i livelli dell’essere umano attraverso l’ascolto profondo e la scrittura meditativa, con l’obiettivo di creare opere che trascendano la personalità e parlino direttamente allo spirito in noi.
Nicole Moll (Olten, 1972) vive e lavora nei Grigioni. Circondata da montagne, foreste e laghi, trova nella natura una fonte inesauribile di forza e ispirazione.
I suoi linguaggi espressivi principali sono la fotografia, l’arte digitale e il disegno. Artista autodidatta, ha intrapreso il suo percorso creativo oltre venticinque anni fa con la pittura. Durante la formazione alla F+F School of Art and Design di Zurigo ha approfondito altri mezzi espressivi, scegliendo infine la fotografia come medium privilegiato. Con il tempo, il suo interesse per i simboli e la geometria è divenuto sempre più centrale. Seguendo una vocazione interiore, nel 2020 ha iniziato a disegnare simboli con matite colorate, per poi integrarli nelle sue fotografie attraverso interventi digitali. Sovrapponendo segni e immagini in molteplici livelli, dà vita a opere dalla forte intensità visiva, in cui la profondità invita lo spettatore a un’immersione contemplativa. I temi ricorrenti della sua ricerca sono l’allineamento e la connessione. Nelle sue opere fotografiche e digitali, Nicole Moll mira a rendere percepibile l’anima delle piante e, attraverso l’incontro con i simboli geometrici, a generare un’esperienza potente e trasformativa per il pubblico.
Ha esposto alla rassegna annuale “Auswahl 07” al Kunsthaus Aarau, in diverse collettive al Kunstraum Baden e, più recentemente, in mostre personali e collettive nel Cantone dei Grigioni.
Mina Gechi è artista di Land art e poetessa. Il suo percorso artistico partito dalla Land Art si è nel tempo arricchito di altri materiali che da sempre hanno destato il suo interesse. Nelle installazioni utilizza vegetale reperito nei boschi o in riva al mare al quale talvolta applica tessere musive di paste vitree. Tesse inoltre trame di filati su telai fatti con rami flessibili e predisposti con filo di canapa. Realizza installazioni che sono veicolo di messaggi di sensibilizzazione rispetto alla prioritaria tematica ecologica, alla condizione femminile e parità di genere. Approfondisce il processo di evoluzione e autoconoscenza personale. Indaga i comportamenti umani e propone una critica a dinamiche consolidate come gli stereotipi. Le sue installazioni si trovano nei boschi del Trentino, Friuli Venezia Giulia, Lombardia e in Svizzera. La sua opera di Fiber art Taboo è ora esposta alla mostra Eterno desiderio a Palazzo Broletto di Como per la rassegna internazionale Miniartextil.
La poetica di Mina Gechi si concentra su diversi temi di attualità a lei cari. Questione femminile, stalking, violenza psicologica, diversità, autismo, mafia, guerra, poesia, simbiosi con la natura, metamorfosi degli affetti e passare del tempo, vengono affrontati con diversi registri (intimo, aulico, ironico-divertente).
Da autrice ha partecipato a concorsi letterari e alcuni dei suoi testi sono stati inseriti nelle antologie dei premi come poesie inedite. Nel 2024 è stata pubblicata da Eretica Edizioni la sua prima raccolta di poesie per la quale le è stato riconosciuto il Fiorino d’argento al Premio Firenze Europa 2024 e il primo posto al Premio I Murazzi 2025 per la categoria Poesia opera prima.
Kilian Schoenenberger (nato nel 2002 a Burgdorf, Svizzera) ha studiato Creazione Visiva presso il Gymnasium Burgdorf prima di conseguire il Bachelor in Belle Arti alla ZHdK (2021–2024). Nel 2023 ha frequentato la School of Visual Arts di New York e attualmente studia Fisica presso l’Università di Zurigo (2024–2027).
Il suo lavoro ha ricevuto riconoscimenti tra cui l’Oneness Project International Youth Photographer Contest (2020), il Maturaarbeitspreis Bildnerisches Gestalten della HKB Svizzera (2020) e il premio SVA Kunst am Bau (2022). I suoi progetti sono stati pubblicati su L’édition pour l’édition (2024, 2025). Vive e lavora a Zurigo.
La ricerca di Schoenenberger si sviluppa nell’intersezione tra arte e scienza, indagando concetti di conoscenza, percezione e verità. Lavorando con materiali diversi, utilizza la luce come elemento primario—che viene alternativamente assorbita, riflessa, emessa e trasmessa. Questo focus guida le sue scelte materiali e ancora il lavoro in questioni di osservazione e interpretazione.
La sua pratica è caratterizzata dalla tensione tra apparente chiarezza e ambiguità nascosta.
Gli oggetti spesso appaiono familiari, persino funzionali, eppure resistono al riconoscimento completo, invitando gli spettatori in spazi di incertezza. Attualmente sta espandendo la sua pratica attraverso modellazione 3D, arte computazionale e proiezione dei suoi testi scritti, costruendo ponti tra espressione artistica e ricerca scientifica.
Veronica Rastelli nasce a Baden, in Svizzera, il 19 agosto 1974, e vive a Palma Campania (NA). Si forma presso l’Accademia di Belle Arti di Napoli conseguendo il diploma in Pittura e successivamente in Restauro delle opere d’arte moderne e contemporanee, entrambi a pieni voti con lode.
Nel 2024 ottiene la qualifica di Esperto in Archeologia Giudiziaria presso il CSC di Viterbo. La sua ricerca artistica, iniziata con la pittura ed evoluta nell’installazione tessile, si concentra sulle relazioni umane e sul rapporto tra umanità e natura. Indaga i comportamenti della società contemporanea, dominata dalla velocità e dal distacco, osservando come l’essere umano affronti le diversità e ricerchi il significato della libertà.
Nella pittura ha privilegiato grandi superfici organizzate in multipli, suggerendo opere sempre aperte a nuove possibilità. Dopo la specializzazione nel restauro tessile, ha scelto questo linguaggio realizzando opere tridimensionali di grande formato che proseguono la riflessione sulla condizione umana. Attraverso la Land Art approfondisce il dialogo con la natura, sperimentando tinture vegetali estratte da erbe, fiori e alberi. Le sue opere confrontano la vita naturale con quella umana, evidenziandone similitudini e differenze. Convinta che l’arte possa essere intrattenimento e denuncia sociale, orienta la sua pratica verso la sensibilizzazione su rispetto, libertà e valorizzazione delle differenze. Oggi mira a creare opere collettive in cui ciascuno contribuisca con il proprio sapere in un processo creativo condiviso.
16 MAGGIO
Seminario evolutivo
con Marina Bernardo Ciddio e Mya Lurgo
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